Slala, la fondazione per la logistica del Sistema logistico arco ligure-alessandrino, rischia di non avere un futuro. Infatti, la società controllata congiuntamente dalle istituzioni piemontesi e liguri - e nata per coordinare e sviluppare l'area retroportuale di Genova nella zona dell'alessandrino - sta vivendo una doppia crisi: l'interruzione dei finanziamenti da parte della regione Liguria e le dimissioni del presidente Frabrizio Palenzona.
Slala non riceverà più risorse dalla Regione Liguria che, per voce del suo presidente Claudio Burlando, sostiene di non potersi permettere ulteriori stanziamenti, a causa di una difficile situazione finanziaria. È quindi esploso un conflitto tra il governatore ligure e Fabrizio Palenzona, presidente di Slala, che sembra superare le ragioni di carattere economico (che pure esistono), ma che riguarda piuttosto l'indirizzo che si è voluto dare negli ultimi due anni allo sviluppo dei collegamenti retroportuali dai porti di Genova e di Savona.
Questa situazione non è stata gradita dallo stesso Palenzona, che nei giorni scorsi ha rassegnato le dimissioni da presidente di Slala, prendendo atto di un "disinteresse dei soci". La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe proprio il mancato riconoscimento da parte della Regione Liguria dei fondi richiesti per la gestione dell'ente negli ultimi tre anni. Il Piemonte (più che la Liguria) sta cercando di farlo recedere dalle dimissioni, ma sembra ormai improbabile un cambio di direzione nel destino della fondazione.
"Fabrizio Palenzona ritiri le dimissioni dalla presidenza di Slala" è stato l'invito dell'assessore ai Trasporti del Piemonte, Barbara Bonino, dopo aver partecipato all'ultimo consiglio generale di Slala. "Dobbiamo definire il nuovo ruolo che deve assumere Slala nell'ambito della pianificazione della logistica piemontese". Il problema appare però più complesso: "Bisogna stabilire quale sia il ruolo futuro di Slala alla luce della definizione di un nuovo progetto con obiettivi chiari, un cronoprogramma definito, una sorta di piano industriale e un'ipotesi di fonti di finanziamento pubbliche e private", ha concluso l'assessore piemontese.
Nicola Capuzzo
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