Un breve tratto di ferrovia, che però rappresenta un grande passo avanti sia nelle relazioni tra Pyongyang ed il resto del mondo, sia per il progetto russo di sviluppare il trasporto terrestre di container fra Asia ed Europa. I lavori della nuova ferrovia inaugurata domenica scorsa sono iniziati nel 2008, però l'apertura al traffico cinque anni dopo non è dovuta alla complessità dell'opera (lunga solo 53 chilometri), bensì all'isolamento politico del regime nord-coreano.
Finora, Pyongyang ha relazioni commerciali con la Cina e questa "finestra" aperta con la Russia (e fortemente voluta dalla compagnia ferroviaria statale RZD, che ha pagato l'intera opera) può inaugurare una nuova stagione anche per il trasporto globale dei container. Per ora, si tratta di uno spiraglio, perché nel versante coreano la ferrovia fa capo al porto di Rajin, che rientra nella Zona Economica Speciale di Rason, istituita nel 1991 dal regime nord-coreano proprio per allacciare rapporti commerciali con l'estero, emulando esperienze simili in Cina.
La decisione di aprire un collegamento ferroviario tra Corea del Nord e Cina venne formalizzata nel 2001 tra Vladimir Putin e Kim Jong-Il ed i lavori iniziarono sette anni dopo. Secondo quanto ha dichiarato nella cerimonia d'inaugurazione il presidente di RZD, Vladimir Yakunin, in una prima fase la nuova ferrovia servirà solamente materie prime, soprattutto carbone, dalla Russia ai mercati dell'Asia-Pacifico. Tramite lo scalo russo di Khasan, connesso alla rete nazionale, i carichi arriveranno al porto di Rajin e lì imbarcati sulle navi. Ma il vero potenziale di questi 53 chilometri sta nel trasporto di container, che potranno essere inoltrati verso l'Europa lungo la Transiberiana. Un'opportunità che interessa soprattutto la Corea del Sud, che potrebbe così avere un ponte terrestre con i mercati russi ed europei. In tale ottica è già prevista la costruzione di un terminal container, che potrebbe diventare operativo tra due anni. Ma questo è un programma sul medio e lungo termine. Per renderlo concreto bisognerà prima sciogliere il nodo delle relazioni tra le due Coree, che è ben stretto ancora oggi, ad sessant'anni dalla guerra che ha diviso il Paese.
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