Le indagini sono partite nel 2009 e sono state coordinate dal Procuratore Vincenzo Russo, nell'ambito dell'operazione Final Cut, imperniata sul furto di autoveicoli. L'inchiesta è stata piuttosto complessa ed ha richiesto anche l'utilizzo d'intercettazioni telefoniche ed ambientali, pedinamenti e ricerche di documenti alla Motorizzazione Civile e nelle aziende di autotrasporto che avevano subito il furto dei veicoli. Questa attività di ricettazione era attiva da alcuni anni e aveva creato un piccolo impero economico. Per vendere i ricambi, la banda usava anche il web, attraverso il portale di un'impresa di Cerignola, il cui titolare è ricercato.
La banda organizzava anche il furto dei camion, scegliendo i veicoli più adatti per età e modello e commissionando il colpo ad alcuni ladri specializzati. I veicoli rubati venivano portati in un capannone, dove alcuni addetti li smontavano, eliminavano eventuali codici di riconoscimento rivendendo poi i componenti a prezzi inferiori del 30% rispetto a quelli dei ricambi nuovi. Il centro di "lavorazione" era situato in un'area posta lungo la Statale 16, che ufficialmente era adibita alla demolizione di veicoli industriali e la rivendita di pezzi di ricambio. Nel piazzale, la Polizia ha sequestrato veicoli e ricambi per un valore complessivo di un milione e mezzo di euro. L'elenco stilato dagli inquirenti comprende 76 cabine, allestimenti (cassoni, pianali, autogrù) e componenti meccanici.
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