Incrocio dei dati - Un paio di anni fa, la GdF ha individuato alcuni settori strategici del tessuto economico della Ciociaria e dell'Alta Terra di Lavoro, considerati a rischio per l'evasione e la frode fiscale, tra cui spicca l'autotrasporto per il fatturato complessivo e per i livelli occupazionali. Le Fiamme Gialle hanno così avviato investigazioni giudiziarie, tributarie e bancarie su alcune imprese, che sono state individuate utilizzando specifici parametri di "pericolosità fiscale". I finanzieri hanno analizzato gli indici della capacità contributiva di alcune persone fisiche che rivestivano cariche amministrative nell'ambito di aziende dichiarando redditi bassi. Tra i parametri considerati ci sono, per esempio, il possesso di abitazioni ed automobili di lusso. Tale sproporzione tra reddito e tenore di vita ha avviato verifiche fiscali più approfondite, che hanno rivelato un meccanismo definito "frode carosello".
Frode internazionale - Si tratta di un'evasione fiscale che ha dimensioni internazionali e che si basa su una catena societaria formata da imprese fittizie ed intestate a prestanomi. Tali società scaricano il peso tributario una sull'altra ed alla fine non risulta ancun versamento allo Stato. Nel caso di questa indagine, si tratta di venti società operanti nel trasporto. È un sistema ramificato, perché le persone coinvolte nella frode risiedono in diverse parti d'Italia: Ciociaria, Molise, Campania, Sicilia, Lombardia, Piemonte. Le società operavano nel Basso Lazio, Molise, Piemonte, Lombardia, Campania, Polonia, Slovacchia, Romania, Svizzera e Gran Bretagna. L'epicentro della truffa è stato individuato a Sora, Cassino e Pontecorvo, dove tali imprese avevano stretto accordi commerciali trasportatori locali del settore ed aperto piazzali per i veicoli industriali. Le società controllate dagli evasori e quelle con cui avevano stretto relazioni commerciali sono gli strumenti di una complessa e sofisticata architettura di evasione fiscale, che permetteva di scaricare il debito tributario dovuto allo Stato su imprese intestate a prestanomi che non avrebbero mai pagato le tasse o sarebbero fallite. L'intero meccanismo si basava sull'emissione di fatture false per decine di milioni di euro.
Per scoprire questo complesso meccanismo, la Guardia di Finanza ha lavorato per oltre due anni utilizzando diversi strumenti: perquisizioni, sequestri di documentazione, indagini sui conti bancari, interrogatori, verifiche fiscali e l'incrocio di una grande mole di dati acquisiti attraverso numerose banche dati telematiche. Il risultato è la denuncia di 43 persone per diversi reati, tra cui spiccano quelli di frode fiscale, d'occultamento e distruzione della documentazione contabile e di riciclaggio. Gli indagati rischiano una reclusione fino a dodici anni di carcere. Le Fiamme Gialle hanno accertato un'evasione di oltre 121 milioni di euro sull'Irpef, di oltre 112 milioni sull'Irap, di 22 milioni sull'Iva e di 2,3 milioni sulle ritenute di lavoro dipendente. Ora, l'Agenzia delle Entrate avvierà le procedure per il recupero delle somme evase, anche attraverso misure cautelari sui beni.
Settore sotto controllo - "Le indagini della Guardia di Finanza nel settore dell'autotrasporto, tuttavia, non finiscono qui", spiega la Guardia di Finanza. "Il comparto economico, delicatissimo per la provincia di Frosinone sia per l'occupazione, sia perché strumentale e collegato ai grandi complessi industriali, viene attentamente vigilato, per garantire le migliori condizioni di concorrenza e legalità al mercato dei trasporti".
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