Non è ancora chiaro quale sia la sostanza tossica che ha causato la morte dei due dipendenti della società di autotrasporto che stava operando nella piattaforma di compostaggio Kyklos di Aprilia. Il solo percolato che i due autisti dovevano caricare non basterebbe, infatti, a spiegare la gravità dell'intossicazione. Così, gli inquirenti propendono per una reazione avvenuta tra il percolato e una sostanza tossica presente nella cisterna. Le prime rilevazioni mostrano anche che i due camionisti non stavano indossando mascherine di protezione. Un quadro più preciso si avrà dopo l'autopsia, che avverrà domani.
I due autisti deceduti hanno ora un nome: Fabio Lisei, di 44 anni, e Roberto Papini, di 42 anni, entrambi residenti a San Lorenzo Nuovo, in provincia di Viterbo. Il primo era noto anche con il nome CB di Bandito, che esponeva sul lunotto del suo camion, il secondo ha compiuto solo pochi giorni fa 42 anni e lascia due figli, Melissa e Alessandro.
Entrambi lavoravano per la Mira di Orvieto, un'azienda di autotrasporto specializzata nel trasporto di rifiuti, che secondo fonti di stampa locali lavorava in sub-appalto per EcoSpazio 2000. Il legale della società ha chiarito che per il tipo di carico che gli autisti dovevano svolgere, non sono obbligatorie le mascherine. Lo stesso legale nega che potessero provenire esalazioni dall'interno dell'autocisterna, che sarebbe stata usata il giorno prima dagli stessi autisti.
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