Il mercato italiano dei veicoli commerciali leggeri, con massa complessiva fino a 3,5 tonnellate, continua a registrare forti perdite. A maggio 2025, secondo i dati diffusi da Unrae, a maggio 2025 le immatricolazioni si sono fermate a 16.487 unità, segnando una contrazione dell’11% rispetto allo stesso mese del 2024. Si tratta del decimo calo mensile consecutivo, a conferma di un andamento negativo che coinvolge l’intero comparto. Anche il bilancio dei primi cinque mesi dell’anno è in netto peggioramento: con 79.358 immatricolazioni complessive, il mercato perde il 13,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel contesto di un generale rallentamento, si distingue in positivo la prestazione dei veicoli elettrici. I modelli completamente elettrici, hanno raggiunto una quota del 5,4% nel mese di maggio, un dato nettamente superiore all’1,4% rilevato un anno prima e al 3,4% di aprile. Nei primi cinque mesi dell’anno, la quota si attesta al 3,6%, segnalando un recupero costante, seppur ancora lontano dai numeri necessari per una reale svolta verde. A confermare un timido risveglio della mobilità a basse emissioni si aggiunge anche l’aumento dei veicoli ibridi, che nel mese coprono l’8,9% delle immatricolazioni. Il diesel, pur mantenendo la quota maggioritaria con il 79,1%, registra una flessione di quasi cinque punti percentuali rispetto a maggio 2024, mentre benzina e Gpl restano su livelli marginali. Migliora anche il dato sulle emissioni: la CO2 media dei nuovi veicoli scende a 182,6 grammi al chilometro, con una riduzione del 6,8% rispetto all’anno scorso.
Parallelamente al calo delle immatricolazioni e alla lenta crescita dell’elettrico, il dibattito si concentra sull’efficacia e sulla tempestività delle politiche pubbliche a sostegno del settore. Da un lato, il ministero delle Imprese sta lavorando a un nuovo piano Ecobonus, basato su fondi residui degli anni precedenti, che potrebbe ricalcare il programma in vigore nel 2024. Tuttavia, l’attuazione concreta di questo strumento è subordinata all’adozione di un decreto della Presidenza del Consiglio, con tempi ancora incerti. Dall’altro lato, il ministero dell’Ambiente ha annunciato lo scorso 19 maggio un piano di incentivi autonomo per l’acquisto di veicoli a zero emissioni, finanziato tramite risorse precedentemente destinate alla realizzazione di infrastrutture pubbliche di ricarica, nell’ambito del Pnrr.
Il presidente di Unrae, Roberto Pietrantonio, chiede incentivi efficaci e tempestivi per il settore. Pur riconoscendo il valore dell’iniziativa del ministero delle Imprese, Pietrantonio ribadisce che i tempi devono essere certi e brevi. Quanto alla misura del ministero dell’Ambiente, benché frutto della ridefinizione di un piano inizialmente non riuscito, viene comunque considerata un segnale positivo. Tuttavia, il rischio di sovrapposizioni e incoerenze operative tra i due piani è concreto. Per Unrae, è essenziale che le due iniziative vengano coordinate con attenzione, al fine di evitare disfunzioni che potrebbero rallentare ulteriormente la ripresa del mercato.
L’associazione segnala inoltre alcuni ostacoli tecnici che potrebbero compromettere l’efficacia del piano del ministero dell’Ambiente, come l’obbligo di rottamazione o i criteri stringenti legati alla sede legale delle imprese o alla loro dimensione. Per accompagnare la transizione ecologica, Unrae ha individuato da tempo due priorità: lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica e l’introduzione di un credito d’imposta al 50% per investimenti in colonnine fast con potenza superiore a 70 kW, da attivare nel triennio 2025-2027. A rendere ancora più urgente l’intervento pubblico è la constatazione che, su 741,3 milioni di euro messi a disposizione dal Pnrr per le infrastrutture, ne sono stati spesi solo 140,1 milioni.
La struttura del mercato di maggio conferma la prevalenza del canale delle società e degli enti, che detiene una quota del 39,4%. Crescono le auto-immatricolazioni, salite al 9,3%, mentre i privati scendono al 14,6%. Il noleggio a lungo termine si ferma al 29%, ma al suo interno si osserva un forte calo delle società “Top” e un incremento significativo delle “Captive”, ovvero le finanziarie legate ai costruttori. Il noleggio a breve termine mantiene una quota stabile del 7,8%.
Sul fronte dei modelli più venduti, Fiat domina la classifica con il Ducato (1.782 unità) e il Doblò (1.711), seguiti da Iveco Daily, Ford Transit e Fiat Scudo. Da segnalare anche la presenza del modello cinese Byd Etp3 tra i primi venti (dodicesima posizione, dietro il Renault Trafic e prima del Ford Ranger), a testimonianza dell’ingresso progressivo dei veicoli elettrici provenienti dalla Cina nel mercato dei veicoli commerciali.