Pirelli volta pagina. Il Consiglio di amministrazione della società del 28 aprile 2025 ha formalizzato la fine del controllo esercitato dal Gruppo cinese Sinochem, ai sensi del principio contabile internazionale Ifrs 10. Una decisione che segna un punto di svolta nel governo della società e apre nuovi scenari, soprattutto in vista dell'adeguamento ai requisiti normativi statunitensi. Nella riunione il Cda ha anche approvato il bilancio 2024.
Il tema della perdita del controllo da parte di Sinochem era stato sollevato dal collegio sindacale e dalla dirigenza a seguito dell’emanazione del Decreto Golden Power da parte del Governo italiano. Dopo verifiche condotte con il supporto di società di revisione e studi legali, il Consiglio ha constatato che, in base all'Ifrs 10, Pirelli non è più sottoposta a controllo da parte di alcun soggetto. La delibera, proposta dall'amministratore delegato Andrea Casaluci, è stata approvata con nove voti favorevoli su quindici; contrari il presidente Jiao Jian e quattro consiglieri di area cinese, mentre un consigliere si è astenuto.
Il dissenso è stato motivato unicamente dalla contestazione della dichiarazione di cessazione del controllo, ritenuta non corretta alla luce del patto parasociale ancora in vigore tra Camfin e Cnrc/Marco Polo Italy, che secondo i consiglieri contrari garantirebbe ancora a Cnrc/Mpi Italy il controllo su Pirelli ai sensi dell'articolo 93 del Testo Unico della Finanza. In una nota, la società sottolinea però che ai fini contabili internazionali prevale la valutazione secondo l’Ifrs 10, che considera venuto meno il controllo di fatto.
La scelta di riconoscere l’indipendenza dal gruppo Sinochem non si limita a una questione di mera tecnica contabile. È il primo passo concreto di un percorso più ampio, che vuole adeguare il governo aziendale alle stringenti normative statunitensi, in un momento in cui il mercato nordamericano riveste un'importanza crescente per Pirelli, sia nel comparto degli pneumatici High Value sia nello sviluppo delle tecnologie digitali per i veicoli connessi, come il Cyber Tyre. La dirigenza ha ribadito che il dialogo con i principali soci continuerà per completare questo processo di trasformazione, nell'interesse della società.
L’ingresso della Cina in Pirelli è avvenuto nel 2015, dopo che nell’anno precedente venne meno l’alleanza con colosso petrolifero russo Rosneft, a causa dell’invasione della Crimea. La soluzione viene individuata in ChemChina, gigante statale della chimica cinese, che si propose come nuovo socio industriale e finanziario. Il Gruppo cinese acquisì una quota di maggioranza relativa tramite una nuova società veicolo (Marco Polo International Italy), acquistando inizialmente il 26,2% da Camfin (la holding di Tronchetti Provera) e lanciando un’Opa che valutò l’intera operazione circa 7,7 miliardi di dollari. Camfin reinvestì parte dei proventi e restò azionista con una quota rilevante, mentre ChemChina consolidò il controllo della newco con almeno il 50,1%.
Negli anni successivi, ChemChina si fuse con Sinochem, altro colosso statale cinese, creando un gigante della chimica globale. Nel 2021, Sinochem è diventato l’azionista di riferimento di Pirelli, detenendo una partecipazione del 37% attraverso China National Tire & Rubber, mentre Camfin ha mantenuto una quota intorno al 14-26%. Però negli anni successivi la presenza cinese in Pirelli è diventata oggetto di crescente attenzione politica, sia in Italia che a livello europeo. Tramite la normativa sul golden power, le Autorità italiane hanno imposto che i soci cinesi devono garantire piena autonomia a Pirelli nelle decisioni strategiche e operative, vietando ingerenze dirette da parte del gruppo Sinochem.
Nel frattempo, sono anche emerse tensioni tra la dirigenza italiana e gli azionisti cinesi, con Tronchetti Provera che ha pubblicamente criticato l’aumento delle ingerenze di Sinochem, pur riconoscendo che l’ingresso dei capitali cinesi è stato fondamentale per il rilancio dell’azienda. Si è giunti così alla decisione unilaterale di divorzio del 18 aprile 2025. Il futuro assetto azionario resta oggetto di trattative.
Sul versante finanziario, Pirelli chiude il 2024 con risultati in crescita. L’utile netto consolidato si è attestato a 501,1 milioni di euro, con un incremento dell’1% rispetto ai 495,9 milioni dell’anno precedente. I ricavi sono saliti dell’1,9%, raggiungendo i 6.773,3 milioni di euro. Per quanto riguarda la capogruppo Pirelli & C, l’utile netto si è attestato a 302 milioni di euro, con un balzo del 24,3% rispetto ai 242,9 milioni del 2023.
Guardando al futuro, in una nota Pirelli conferma gli obiettivi comunicati al mercato il 26 febbraio 2025, pur segnalando le incertezze legate all’eventuale introduzione di nuovi dazi negli Stati Uniti. La società ha già predisposto un piano di mitigazione per attenuare l’impatto di tali misure, con l'obiettivo di rispettare gli obiettivi di margine operativo rettificato e di generazione di cassa, mantenendo la traiettoria di riduzione dell’indebitamento.