La Federal Maritime Commision statunitense ha aperto un nuovo capitolo nel conflitto geopolitico tra Stati Uniti e Cina, che riguarda direttamente il trasporto marittimo di container e, più precisamente, la carenza di contenitori vuoti che sta ostacolando l’export non solo del Nord America, ma anche dell’Europa. Lo ha fatto avviando un’indagine per stabilire se c’è un intento da parte di Pechino, che controlla più o meno direttamente i terminal e le compagnie marittime cinesi, di manipolare il flusso di container vuoti con lo scopo di penalizzare gli esportatori statunitensi gonfiando i noli. L’indagine riguarda anche la produzione di container e di equipaggiamenti per la loro movimentazione, che oggi è praticamente monopolizzata da industrie cinesi, così come sono cinesi le imprese che li noleggiano. Per esempio, alcune società devono aspettare fino a due settimane per trovare un container vuoto. Un altro problema che affligge gli operatori (e non solo statunitensi) è l’aumento dei tempi di resa dei container sulle rotte trans-pacifiche. Un funzionario della Fmc ha dichiarato che il tempo di viaggio da Pechino a Chicago è aumentato da 33 a 65 giorni e questa situazione sta anche scatenando una serie di cause legali. Vedremo nelle prossime settimane se questa indagine porterà a conclusioni concrete e quindi a azioni politiche.
