Nel 2014, Tirrenia trasferì la sede legale a Cagliari per poi portarla a Milano nel giugno del 2018. Il 21 gennaio 2020 la compagnia marittima ha confermato la chiusura della sede sarda, insieme con quella di quella storica di Napoli. Restano aperti gli uffici di Milano, Roma, Livorno e Portoferraio dove sarà trasferito il personale delle due sedi chiuse. Almeno in teoria, perché non è detto che tutti i sessanta dipendenti dei due uffici chiusi vogliano o possano traslocare, perdendo così il posto.
In una nota, la compagnia del Gruppo Onorato spiega che "in continuità con il processo di riorganizzazione avviato nell'anno 2019, la società intende completare il suo piano di modifica dell'attuale assetto organizzativo, siccome non più rispondente alle esigenze di efficientamento e di ottimizzazione della gestione delle risorse, già rese note, e a quella di assicurare un più adeguato controllo dei costi aziendali in favore della creazione di ulteriori i poli aggregati idonea allo scopo".
I sindacati si sono opposti alla chiusura delle sedi di Napoli e Cagliari che "completerebbe, così, dopo un anno circa la 'deportazione' delle lavoratrici e dei lavoratori della Cin Tirrenia che, a condizioni umilianti e del tutto svincolate da effettive esigenze di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale, hanno subito una devastazione della loro vita privata e professionale".
I sindacati ricordano che "Cin Tirrenia, sulla base di un contratto di servizio ministeriale, è destinataria di importanti risorse pubbliche per lo svolgimento dei collegamenti per la continuità territoriale marittima con le isole almeno fino a luglio 2020″, aggiungendo che "è pretestuosa, pertanto questa riorganizzazione, se di riorganizzazione si tratta, che si spiega solo con la precisa volontà dell'azienda di chiudere le sedi".
I sindacati temono che questo sia il primo passo di una strategia che potrà coinvolgere altri posti di lavoro, anche perché quest'anno scadrà la convenzione con lo Stato per la continuità territoriale, che comporta un contributo pubblico di circa 72 milioni di euro. Il Governo ha deciso di mettere a gara questo contributo, quindi non è sicuro che sia rinnovato a Tirrenia. Se ciò non avverrà Tirrenia potrebbe dichiarare l'esubero di un migliaio di marittimi.
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