Una modifica significativa alle proposte d’imposizione di nuove tasse portuali sugli scali statunitensi delle navi costruite o gestite in Cina ha temporaneamente ridotto i timori di congestione nei porti e un’impennata delle tariffe di trasporto marittimo. L’annuncio della nuova misura da parte dell’Amministrazione Trump, diffuso il 17 aprile 2025, rappresenta un ammorbidimento rispetto al progetto originario che aveva suscitato forti critiche da parte degli operatori del trasporto marittimo in container.
Il cambiamento principale riguarda il metodo di calcolo delle tariffe: non più cumulativo per ogni scalo effettuato nei porti statunitensi, bensì basato sulla stazza netta per singolo viaggio verso gli Stati Uniti. Questa modifica tecnica ha un impatto concreto sulla pianificazione logistica e Xeneta sottolinea che ciò attenua il rischio che i vettori decidano di ridurre il numero di scali per limitare i costi, un’eventualità che avrebbe potuto generare congestioni gravi e ritardi a catena.
Emily Stausbøll, analista senior di Xeneta, ha commentato: “Dobbiamo valutare con attenzione l’impatto effettivo delle nuove tasse, ma le modifiche saranno certamente ben accolte dal settore, soprattutto alla luce delle critiche espresse durante le audizioni pubbliche sul testo iniziale”. Stausbøll mette in evidenza che l’eliminazione della logica tariffaria per scalo è un fattore determinante: “Rende meno probabile che le compagnie rivedano al ribasso il numero di porti serviti negli Stati Uniti, evitando così potenziali colli di bottiglia e aumenti dei noli”.
Nonostante l’approccio più morbido, i costi rimangono comunque rilevanti per gli operatori cinesi e per le compagnie che impiegano navi costruite in Cina, in particolare le unità di maggiore capacità. Il periodo di 180 giorni previsto prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni è visto come un’opportunità strategica per riorganizzare l’impiego delle flotte all’interno delle alleanze operative. “Se queste compagnie riusciranno a evitare l’impiego delle navi più grandi costruite in Cina sui servizi verso gli Stati Uniti, l’impatto economico potrà essere contenuto”, aggiunge la Stausbøll.
È tuttavia importante non perdere di vista il contesto in cui si inserisce questa decisione. Le nuove disposizioni rappresentano un miglioramento rispetto al piano originario, considerato dannoso e controproducente da larga parte del comparto marittimo. Tuttavia, come evidenzia ancora l’analista di Xeneta, “non si tratta di una vera vittoria per il settore, perché queste tariffe si aggiungono a un quadro già complicato, con molte imprese alle prese con l’effetto domino di dazi e barriere imposti in tempi recenti”.