Il 29 maggio 2025 si è svolto a Mantova un incontro pubblico per illustrare i risultati italiani del progetto europeo Cristal, finanziato dall’Unione Europea con uno stanziamento complessivo di 6,8 milioni di euro. In Italia ha coinvolto l’idrovia Padano-Veneta, individuata come progetto pilota insieme ad altre due infrastrutture fluviali in Francia e Polonia. L’obiettivo del progetto è aumentare di almeno il 20% il volume di merci trasportate sulle vie navigabili interne, migliorare dell’80% l’affidabilità e la fruibilità delle stesse e garantirne un utilizzo adeguato anche in presenza di eventi meteorologici estremi.
In Italia il progetto Cristal è stato coordinato da Unioncamere, con il supporto tecnico di Uniontrasporti, che rappresenta il centro di competenza del sistema camerale per la logistica e la mobilità sostenibile. Hanno partecipato attivamente anche AIPo, Enea, Infrastrutture Venete e Sogesca. Il lavoro congiunto di questi soggetti ha permesso di affrontare il tema della navigazione interna in modo integrato, con uno sguardo rivolto sia all’innovazione tecnologica, sia alla costruzione di un governo più efficace.
Uno degli aspetti più innovativi sviluppati nel corso del progetto è stato la realizzazione di un gemello digitale dell’idrovia, uno strumento che consente di simulare e controllare in tempo reale lo stato del corridoio. Accanto a questo, è stato messo a punto un sistema di gestione sincromodale che permette l’integrazione tra trasporto fluviale, ferroviario e stradale. L’obiettivo è creare un sistema intermodale fluido, in grado di garantire maggiore flessibilità nella movimentazione delle merci.
AIPo ha svolto un ruolo determinante nella realizzazione di un modello previsionale a dieci giorni sulla navigabilità del fiume Po, basato sull’elaborazione di dati statistici e sull’uso dell’intelligenza artificiale, grazie alla collaborazione con Enea. Le previsioni vengono diffuse tramite un bollettino informativo specifico, lo “smart bulletin”, che offre una panoramica costante delle condizioni di navigazione lungo le tratte critiche del fiume. Questo strumento si sta rivelando essenziale per la pianificazione delle attività sia da parte degli operatori commerciali e turistici, sia da parte degli stessi enti gestori, in particolare per organizzare le operazioni di dragaggio e l’impiego delle risorse.
Parallelamente, Enea ha testato una tecnologia innovativa che utilizza sensori in fibra ottica posizionati sul fondale del fiume per rilevare la presenza e l’altezza dei depositi sedimentari, che possono ostacolare la navigazione. Grazie a questi sensori, è possibile pianificare interventi manutentivi mirati, ottimizzando tempi e risorse e riducendo l’impatto ambientale delle operazioni.
Infrastrutture Venete ha invece condotto uno studio di fattibilità sull’elettrificazione delle banchine lungo il canale Fissero-Tartaro-Canalbianco Po di Levante. L’intervento, orientato alla riduzione delle emissioni nei porti interni, ha previsto la mappatura degli approdi, il coinvolgimento degli operatori e un’attenta valutazione tecnico-economica. I risultati hanno permesso di definire una strategia progressiva per l’adozione del cold ironing e le soluzioni identificate si possono replicare anche su altre idrovie, come la Litoranea Veneta.
Sogesca ha contribuito al progetto attraverso l’analisi della conformità delle procedure ambientali e di adattamento climatico adottate dai soggetti pubblici e privati che operano lungo l’idrovia. Ma il contributo più rilevante è forse stato la redazione del “Manifesto per lo sviluppo sostenibile del Sistema Idroviario Padano-Veneto”, frutto di un processo partecipativo condotto attraverso i living lab. Il documento è stato condiviso in occasione dell’incontro pubblico e rappresenta un importante strumento di sintesi delle esigenze e delle proposte emerse da amministrazioni, aziende, enti di ricerca e cittadini.
Il Manifesto evidenzia gli elementi critici che affliggono oggi il sistema – dalla frammentazione del governo alla scarsa integrazione modale, dalle carenze normative alla debolezza infrastrutturale – e propone la realizzazione di un masterplan unitario. Questo documento strategico dovrebbe guidare la gestione coordinata dell’intero corridoio idroviario, favorire l’integrazione con le reti trans-europee Ten-T e rafforzare la resilienza climatica delle infrastrutture, rilanciando al contempo la navigazione commerciale e turistica lungo il Po e i canali collegati.
Secondo i collaboratori al progetto, le idrovie – e in particolare quelle a flusso libero come il Po – dovranno sempre più affrontare sfide legate alla sostenibilità ambientale e all’affidabilità operativa. Il progetto Cristal, attraverso il pilot italiano, ha dimostrato come le tecnologie digitali, l’intelligenza artificiale, la pianificazione energetica e un coinvolgimento attivo degli attori del territorio possano fornire risposte concrete e replicabili anche altrove.
Come ha sottolineato Luca Zanetta di Uniontrasporti, le soluzioni sviluppate possono rappresentare un modello per altre realtà europee. Remo Passoni e Luca Crose di AIPo hanno evidenziato il ruolo dello smart bulletin nella pianificazione del trasporto e nella gestione operativa del personale e delle attività di dragaggio. Sonia Giovinazzi di Enea ha rimarcato l’efficacia del controllo in tempo reale reso possibile dall’uso combinato di intelligenza artificiale e sensori in fibra ottica, mentre Alessandra Grosso di Infrastrutture Venete ha definito l’elettrificazione delle banchine un intervento strategico per favorire lo spostamento del traffico merci dall’asfalto all’acqua. Rose Ortolani di Sogesca ha infine messo l’accento sull’importanza del processo partecipativo, che ha permesso di unire le voci finora frammentate degli operatori dell’idrovia, ponendo le basi per un sistema più coeso, resiliente e orientato al futuro.