Il 6 maggio 2025, il presidente statunitense Trump ha annunciato una tregua tra Stati Uniti e Houthi, confermata il giorno successivo dal ministro degli esteri dell’Oman, che ha svolto un ruolo di mediazione. L’accordo prevede la cessazione degli attacchi da parte delle unità militari degli Stati Uniti alle infrastrutture yemenite e la reciproca cessazione degli attacchi degli Houthi contro le navi statunitensi nel Mar Rosso e nello stretto di Bab al-Mandab. Gli Houthi hanno però precisato che la tregua non include Israele, quindi continueranno a considerare legittimi gli attacchi contro navi israeliane o legate a Israele.
Dopo la dichiarazione della tregua, alcune navi, in particolare quelle bloccate nei porti yemeniti, hanno potuto riprendere le operazioni di scarico e partenza grazie alla diminuzione dei bombardamenti e alla sospensione degli attacchi, però la maggior parte delle compagnie di navigazione resta molto cauta. Il traffico nel Mar Rosso e nel Canale di Suez resta infatti ancora a circa la metà rispetto ai livelli precedenti la crisi. I principali vettori, tra cui Maersk e Hapag-Lloyd, hanno dichiarato che non torneranno a operare normalmente nella regione finché non ci saranno almeno tre mesi di stabilità senza attacchi e garanzie di sicurezza più ampie.
Anche Msc mostra un atteggiamento di attesa, mentre Cma Cgm ha espresso un maggiore interesse a riprendere i transiti nel Canale di Suez. In un incontro online del 7 maggio tra la dirigenza Cma Cgm e l’Autorità del Canale di Suez, la compagnia ha definito i recenti sviluppi nella regione come “un segnale positivo” e ha ribadito che il Canale di Suez resta la rotta più breve e veloce rispetto al Capo di Buona Speranza.
La compagnia francese è quella che ha mantenuto una certa quota di passaggi nel Mar Rosso e nei primi quattro mesi del 2025 risulta che il 19% dei volumi totali avvengano in questo bacino, anche se continua a prevalere la circumnavigazione dell’Africa. Pur esprimendo un’apertura, Cma Cgm ha chiarito che l’eventuale lancio di nuovi servizi o l’aumento dei passaggi dipenderà dall’evoluzione della sicurezza per navi ed equipaggi ed eventuali aggiustamenti saranno presi solo se le condizioni miglioreranno in modo stabile e duraturo.
L’Autorità del Canale di Suez vuole comunque approfittare della tregua per attirare i traffici persi e ha annunciato che dal 15 maggio, e per un periodo di novanta giorni, concederà uno sconto alle navi che useranno il canale. Lo sconto, pari al 15%, vale per le portacontainer con stazza netta di almeno 130mila tonnellate. Le autorità egiziane stanno implementando anche strategie di marketing aggressive per promuovere il ritorno delle navi al Canale di Suez, cercando di sottolineare i vantaggi competitivi del passaggio rispetto alle rotte alternative. Tuttavia, finché la situazione di sicurezza nel Mar Rosso non migliorerà in modo netto, è probabile che queste iniziative continueranno ad avere un successo limitato.
Gli attacchi degli Houthi alle navi cargo in viaggio tra Oceano Indiano e Mar Rosso sono iniziati nell’ottobre del 2023, in concomitanza con l’invasione israeliana di Gaza. Ciò ha spinto le compagnie di trasporto container che svolgono servizi globali a deviare le navi verso Capo di Buona speranza, allungando i tempi e aumentando i costi. Una situazione che ha pesantemente danneggiato il Canale di Suez: nel 2024 vi sono transitate 13.200 navi, contro le 24.600 dell’anno precedente. Ciò ha portato a un crollo dei ricavi dai 10,2 miliardi di dollari del 2023 ai circa quattro miliardi del 2024.