La tregua inattesa nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina stabilita da Trump sta generando forti ripercussioni sul mercato del trasporto marittimo di container. Il governo statunitense ha infatti deciso di ridurre per un periodo limitato di novanta giorni i dazi sulle importazioni provenienti dalla Cina, nel tentativo di rilanciare i flussi commerciali dopo l’inasprimento delle tariffe annunciato lo scorso 9 aprile. Questa apertura, seppur temporanea, ha innescato una risposta immediata da parte degli operatori, con conseguenze già visibili sul fronte della domanda, dei noli e della capacità di stiva.
Secondo l’analisi condotta da Xeneta, la riduzione dei dazi ha fatto impennare la domanda di spedizioni dalla Cina verso gli Stati Uniti. Con un tempo medio di transito di circa 22 giorni tra i porti cinesi e quelli statunitensi, molti importatori si stanno affrettando a far partire le merci per sfruttare al massimo la finestra temporale disponibile. Il risultato è un picco anticipato della domanda, già evidente alla fine del secondo trimestre, che rischia di congestionare ulteriormente un corridoio commerciale già sotto pressione.
A rendere il quadro ancora più complesso interviene la situazione dell’offerta. Le compagnie di navigazione, infatti, avevano recentemente ridotto la capacità sulle rotte verso gli Stati Uniti, spostando parte del tonnellaggio verso i collegamenti tra Estremo Oriente ed Europa. Questo ridimensionamento, realizzato attraverso il rallentamento delle velocità e la cancellazione di viaggi programmati, ha prodotto un calo del 17% della capacità offerta (pari a circa 265mila teu nella media su quattro settimane a partire dal 20 aprile) e un aumento dell’86% delle cosiddette “blanked sailings”, che hanno raggiunto un totale di 89.100 teu.
Questa compressione dell’offerta, non ancora invertita, si somma alla nuova spinta della domanda generata dalla sospensione dei dazi, esercitando una pressione evidente sui noli. Le rilevazioni di Xeneta mostrano con chiarezza l’andamento recente dei costi di trasporto marittimo sulla rotta tra la Cina e gli Stati Uniti. Dal primo gennaio al 12 maggio, le tariffe spot sono scese del 56% verso la costa occidentale statunitense e del 48% verso quella orientale. Tuttavia, un primo segnale di rialzo si era già registrato il primo aprile, con un aumento del 18% per la costa occidentale e del 12% per quella orientale, in coincidenza con l’annuncio dell’inasprimento tariffario.
Ora, con la sospensione temporanea in vigore, il mercato si prepara a una nuova fase di tensione sui prezzi. L’aumento dei volumi previsto per le prossime settimane, in un contesto di offerta ancora limitata, dovrebbe sostenere i noli almeno fino a metà estate. Tuttavia, l’analisi di Xeneta suggerisce che si tratta di un fenomeno destinato a esaurirsi rapidamente. Una volta terminato il periodo di sospensione, la domanda potrebbe infatti tornare a indebolirsi, anche a causa del mantenimento di una tariffa residua del 30% che continuerà a penalizzare le merci a basso margine.
In assenza di nuove misure restrittive o di un ulteriore contenimento dell’offerta da parte delle compagnie, i noli sono destinati a riprendere la tendenza discendente osservata nel primo trimestre del 2025. L’episodio in corso, inoltre, conferma e rafforza la tendenza da parte di produttori e distributori a diversificare le proprie catene di fornitura, puntando sempre più su paesi del Sud-Est asiatico o sul ricorso a strategie di avvicinamento geografico della produzione, come il near-shoring in Messico.
Per gli operatori del settore, queste settimane si presentano particolarmente delicate. La saturazione della stiva, le tariffe in movimento e l’incertezza sul quadro regolatorio impongono un’elevata capacità di pianificazione e di reazione. Secondo Xeneta, la gestione efficace delle prenotazioni, l’adozione di contratti flessibili e un attento monitoraggio delle cancellazioni di viaggio saranno fattori decisivi per affrontare una fase turbolenta ma, con ogni probabilità, di breve durata.