La logistica italiana sta per affrontare una importante innovazione in tema fiscale, con l'introduzione della misura del Reverse Charge ai fini Iva, grazie a un lungo lavoro di dialogo e collaborazione tra le Autorità italiane ed europee. La novità è compresa nel maxi-emendamento alla Legge di Bilancio 2025, che prevede la richiesta al Governo italiano di ottenere l'autorizzazione dall'Unione Europea per applicare il Reverse Charge in questo settore, con effetti immediati.
Assologistica ha svolto un ruolo centrale per raggiungere questo risultato. Dopo mesi di dialogo con il vice-ministro e i vertici dell'Economia e delle Finanze, nonché con i tecnici della Commissione Europea, la proposta avanzata è stata accolta positivamente sia a Bruxelles che a Roma. Assologistica riconosce un contributo decisivo ad Andrea Parolini, che la ha affiancata nella definizione del provvedimento.
L’associazione delle imprese logistiche ritiene che il Reverse Charge risponda a specifiche esigenze emerse in questi mesi di crisi sanitaria e logistica, contribuendo a stabilizzare il sistema fiscale e ad incentivare la trasparenza nelle operazioni. Aggiunge che non si tratta solo di una misura fiscale, ma di un tassello fondamentale in un progetto più ampio di regolamentazione e innovazione del settore, che Assologistica ha voluto promuovere in sinergia con le aziende associate.
Ma che cosa cambierà? Nel contesto tradizionale dell'Iva, il fornitore di beni o servizi è obbligato a emettere una fattura comprensiva dell'Iva e ad addebitare tale imposta al cliente. Successivamente, il fornitore deve versare l'Iva incassata all'erario. Nel caso del Reverse Charge, invece, è il cliente a dover pagare direttamente l'Iva all'erario, oltrepassando l'intermediario. Questo sistema è pensato per ridurre le possibilità di frodi fiscali, in particolare nei settori a rischio di evasione, come quello della logistica.
Per fare un esempio pratico, nell’ambito logistico se una società che fornisce servizi di trasporto emette una fattura a un’altra azienda, in un regime di Reverse Charge l'azienda committente sarà quella che si occupa di versare l'Iva direttamente all'Erario, invece che essere addebitata dalla società fornitrice. Ciò elimina il rischio che l'impresa fornitrice incassi l'Iva senza poi versarla. Il Reverse Charge è già stato implementato in vari Paesi europei.