Il 10 settembre 2025 è iniziata in Francia l’ondata di proteste contro le politiche governative che ha come slogan Bloquons Tout, ossia “blocchiamo tutto” e che già nelle prime ore ha comportato scontri con la Polizia e oltre 470 fermi. L’obiettivo è fermare il piano di austerità che prevede un taglio di 43,9 miliardi di euro, l’eliminazione di due festività nazionali e il congelamento delle pensioni. Si stima che alle proteste stiano partecipando tra 175mila e 250mila persone e le Autorità hanno documentato 550 presidi e 262 blocchi in tutto il territorio nazionale. Anche il trasporto di persone e merci e l’intera filiera logistica sono duramente colpiti dagli scioperi e dai blocchi.
I manifestanti stanno attuando una strategia di blocco capillare delle infrastrutture strategiche. A Parigi, decine di entrate e uscite della circonvallazione Périphérique sono state bloccate (Portes de la Chapelle, de Bagnolet, de Montreuil, d'Italie, d'Orléans). Nelle regioni, i blocchi hanno interessato l'A7 con code di 12 chilometri verso Nîmes/Montpellier e 6 chilometri verso Marsiglia, l'A51 a Manosque, Sisteron Nord e Meyrargues.
Anche la logistica sta subendo gravi conseguenze. La piattaforma Amazon Brétigny-sur-Orge è stata bloccata da picchetti di scioperanti, mentre l'acciaieria ArcelorMittal Dunkerque ha registrato arresti di produzione. La Cgt Commerce et Services ha chiamato allo sciopero Carrefour, Kiabi, But, Primark, Flunch, Elior, Sysco e Sodexo, paralizzando segmenti cruciali della grande distribuzione. I sindacati Cfdt-Fgte, Cgt Transports e FO-Uncp, che rappresentano la maggioranza dei salariati del trasporto stradale, hanno indetto uno sciopero per il 18 settembre.
Il Governo Bayrou sta rispondendo in modo aggressivo alle proteste con la mobilitazione di 80mila gendarmi e poliziotti e rifiutando qualsiasi concessione, anzi confermando la politica di rigore. Sulle proteste è intervenuto anche l’armatore Rodolphe Saadé, della compagnia Cma Cgm, che sta subendo presidi e manifestazioni. In una lettera aperta afferma che “le imprese non sono delle avversarie, ma delle collaboratrici della nazione”.


































































