Il 15 maggio 2025, GS1 Italy/Ecr Italia ha diffuso l’edizione del Blue Book relativa all’anno precedente, che fornisce una fotografia aggiornata della catena di fornitura nazionale nel comparto del largo consumo. L’indagine - condotta fra marzo e dicembre 2024 su quarantacinque imprese fra industria di marca, grande distribuzione e operatori logistici - conferma che la rete si è ormai centralizzata: il 92 % dei volumi secco e il 91 % dei freschi transitano da un centro di distribuzione, mentre per il secco il 90 % dei flussi parte direttamente da impianti o depositi centrali; i transit-point residui coprono appena il 3,4 % dei movimenti.
Questo assetto organizzativo ha favorito efficienza e economie di scala, ma ha anche reso la filiera più esposta a colli di bottiglia nelle finestre di ricevimento. A questo proposito, emerge un disallineamento significativo tra le prestazioni dichiarate dai produttori e quelle rilevate dai distributori: la puntualità nel secco è del 95,8 % secondo l’industria, ma scende al 78 % nelle rilevazioni della Gdo. Un divario analogo si riscontra anche nel fresco, dove si passa dal 97,4 % al 87 %. Questa differenza è attribuita sia alla mancanza di criteri omogenei di misurazione sia al ruolo intermedio sempre più rilevante svolto dai 3PL. Proseguendo nell’analisi dei tempi, il lead time medio rimane stabile ma presenta forti oscillazioni, influenzate dall’instradamento delle merci e dalle personalizzazioni richieste nei pallet. Anche qui si registra uno scarto tra i dati: l’industria misura un intervallo di circa un giorno e mezzo tra ordine e consegna nel fresco, mentre la distribuzione lo stima in 2,6 giorni.
Dal punto di vista della qualità della fornitura, i dati sulla completezza indicano un buon livello di affidabilità, con il 97,2 % dei colli correttamente consegnati dai produttori e il 93,4 % delle righe rilevate dalla Gdo nel secco. I respingimenti restano contenuti, intorno all’1 %, ma una quota importante riguarda ordini interi rifiutati per danneggiamenti o per incompatibilità con i sistemi automatizzati dei magazzini. Parallelamente, l’aumento della dimensione media degli ordini – sostenuto da politiche favorevoli al pallet completo e da una minore incidenza del cross-docking – ha migliorato la saturazione dei mezzi di trasporto. Tuttavia, tale progresso è parzialmente frenato dalla necessità di consegne frequenti e dal peso del capitale immobilizzato nei magazzini.
La digitalizzazione, elemento sempre più centrale nella gestione della filiera, procede però a velocità diverse. L’Edi copre oggi circa la metà degli ordini nel secco e una quota leggermente inferiore nel fresco. Tuttavia, l’adozione di messaggi più avanzati come Desadv e Sscc è ancora limitata e spesso ostacolata dalla necessità di ri-etichettare i pallet in ricevimento, con conseguente perdita di efficienza. Le difficoltà principali risiedono nella scarsa integrazione tra sistemi, nella disomogeneità delle anagrafiche e nell’assenza di standard condivisi.
Sul fronte ambientale, le imprese iniziano ad adottare modelli più sostenibili. Quasi la metà ha già introdotto il trasporto intermodale e circa due terzi ha avviato un ridisegno della propria rete logistica con l’obiettivo di ridurre le distanze di consegna. Cresce l’impiego di materiali riciclati e di imballaggi più leggeri o riutilizzabili, anche se rimangono sfide legate alla logistica inversa e alla difficoltà di misurare con precisione le emissioni indirette di tipo Scope 3.
In questo contesto evolutivo, si evidenziano diversi punti critici che ostacolano il pieno sviluppo della filiera. Tra le principali vi sono la congestione dei Cedi nelle ore di punta, il disallineamento tra i Kpi utilizzati dai vari attori, la cronica carenza di autisti e l’incremento dei costi energetici. A queste si aggiunge la crescente complessità degli assortimenti, dovuta a nuove tendenze di consumo che rischiano di annullare gli sforzi di semplificazione compiuti finora. Per affrontare queste sfide, il rapporto propone una serie di azioni mirate: l’adozione di dashboard condivise con definizioni comuni di puntualità, l’ampliamento delle finestre di consegna alle fasce serali e al sabato, la standardizzazione dei pallet a un’altezza ottimale di 1,20-1,25 metri, l’accelerazione dell’Edi su tutta la catena e l’integrazione degli obiettivi ambientali nei contratti di servizio.