I vertici dell’interporto di Padova hanno presentato ai consiglieri comunali il programma di trasferimento della maggioranza del terminal intermodale ai privati, a fronte del pagamento di 59 milioni di euro, proposta che ha accesso il dibattito sull’opportunità del provvedimento. Questa operazione s’inserisce in un contesto di crescita dell'infrastruttura, che ha registrato buoni risultati nel 2024, con un incremento del traffico del 6,4% e un utile netto superiore ai 4,8 milioni di euro. Il ricavato della cessione, secondo i proponenti, servirebbe sia all'ammodernamento delle strutture che all'estinzione parziale dei debiti della società.
La struttura dell'operazione prevede la costituzione di una nuova società dedicata alla gestione del terminal, che rappresenta circa un decimo del patrimonio complessivo dell'interporto. Questa nuova società avrebbe l’operatore privato come socio di maggioranza con il 70% delle quote, mentre il rimanente 30% resterebbe in mano pubblica. Confapi Padova, favorevole all’operazione, precisa che "non è in programma alcuna cessione: la società Interporto Spa rimarrà operativa e si occuperà del ramo immobiliare e della logistica".
Dei 59 milioni previsti dall'operazione, 25 sarebbero usati per interventi di riqualificazione della zona industriale, 19 sarebbero impiegati per estinguere una serie di mutui a tasso variabile (a fronte di un indebitamento complessivo di circa 77 milioni) e 15 milioni sarebbero distribuiti ai soci pubblici (Camera di Commercio, Comune e Provincia).
Il 24 dicembre 2024 la società Interporto Padova ha avviato un'indagine di mercato per raccogliere proposte da operatori interessati a partecipare all'attività terminalistica. Questa fase preliminare si è conclusa il 31 gennaio 2025, raccogliendo circa una dozzina di manifestazioni di interesse. A seguito delle risposte ricevute, i soci pubblici hanno deciso di proseguire con l'operazione, preparando un bando formale per la raccolta di offerte ufficiali e i vertici dell’interporto hanno annunciato l’imminente avvio della gara per selezionare l’operatore.
Fonti locali hanno già fornito indiscrezioni sulle società interessate a rilevare la maggioranza del terminal intermodale, tra cui appaiono Msc, Maersk. Dhl, Mercitalia e Gts Rail. Sebbene i dettagli specifici del bando non siano ancora stati resi pubblici, dalle informazioni disponibili emerge che i soci pubblici hanno espresso precise richieste sul ruolo centrale che Interporto Padova dovrà mantenere nel governo della nuova società.
L’annuncio della parziale privatizzazione del terminal ha sollevato un acceso dibattito a Padova. Tra i principali oppositori figura Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero delle Imprese, che ha espresso "forte preoccupazione" e "ferma contrarietà" all'operazione. Secondo Bitonci, la cessione comporterebbe "la perdita del controllo pubblico su un'infrastruttura strategica per il territorio, compromettendo l'autonomia decisionale su un asset fondamentale per lo sviluppo economico regionale". Egli sostiene inoltre che l'operazione appare "motivata principalmente da esigenze finanziarie di breve periodo, solo per fare 'cassa'", quando invece "Interporto Padova non ha esigenze finanziarie urgenti: la posizione finanziaria netta è in miglioramento costante e la redditività è solida ed in costante crescita negli anni".
Anche il consigliere regionale Fabrizio Boron ha espresso preoccupazioni sui tempi e modi della decisione, criticando la "voglia di fare in fretta senza dare spiegazioni" e sostenendo che "il patrimonio padovano è dei cittadini e chi ha il governo del territorio ha onori, ma anche oneri, e in questo caso ha l'obbligo etico e morale di spiegare alla città quali siano le necessità e le motivazioni della cessione dell'interporto".
Come abbiamo anticipato, invece Confapi Padova sostiene con forza l'operazione, affermando che "da questa operazione il territorio può solo trarre benefici, perché, grazie al coinvolgimento di un player mondiale di prima grandezza, porterà ulteriore sviluppo, creando un volano di interesse". Pasqualetti ammonisce che "se non si farà, l'interporto di Padova rischia di essere tagliato fuori come un ramo secco dai traffici mondiali di merci" e che "se questa operazione si concretizzerà, come auspichiamo, Padova avrà l'opportunità di rafforzarsi a livello internazionale, aprendosi a nuovi mercati e rimanendo leader nel settore anche nei prossimi decenni".
I sindacati Cgil, Cisl e Uil di Padova hanno adottato una posizione più cauta, esprimendo "attento monitoraggio e responsabile interlocuzione". Pur non precludendosi "un'analisi costruttiva dell'operazione", i sindacati ritengono "indispensabile valutare nel dettaglio alcuni aspetti fondamentali", a partire da "un'approfondita e cruciale valutazione del piano" industriale. I sindacati riconoscono "l'importanza cruciale dell'Interporto come nodo logistico fondamentale per il sistema produttivo sia regionale che nazionale", ma esprimono preoccupazione per il rischio che il suo ruolo positivo "possa essere messo a rischio dall'aggravarsi delle crescenti tensioni internazionali e geopolitiche in corso".
Mentre il dibattito sulla cessione prosegue, la società Interporto di Padova ha registrato risultati economici e operativi positivi nel 2024. Durante l’anno, ha movimentato 411.958 teu, con un incremento del 6,4% rispetto all'anno precedente. Il bilancio 2024, approvato all'unanimità dall'assemblea dei soci il 30 aprile 2025, mostra un valore della produzione di 44,842 milioni di euro (+7,3%), con un utile netto dopo le imposte di 4,819 milioni di euro e un Ebitda di 14,9 milioni di euro. Il comparto immobiliare ha registrato introiti superiori a 19,6 milioni di euro, con una crescita del 13,43% e l'attività intermodale ha generato ricavi per 16,7 milioni di euro, in crescita dell'11,49%.