Nonostante la rete ferroviaria dell’Albania sia nata in tempi relativamente recenti rispetto al resto dell’Europa, perché avviata solo dopo il secondo conflitto mondiale, finora ha mantenuto un livello che a confronto con quello del continente potrebbe essere definito ottocentesco con linee a binario singolo e non elettrificate. L’unica nota positiva è presentata dall’adozione dello stesso scartamento europeo, per il resto è un abisso. Ma ora siamo a una svolta che potremmo definire epocale.
Grazie a uno scenario geopolitico profondamente mutato e che coinvolge tutti i Balcani, le ferrovie albanesi intendono inserirsi a pieno titolo tra i corridoi europei. Uno dei primi atti concreti in questo senso è la firma nell’aprile 2025 di un pacchetto di finanziamenti erogati dalla Banca europea per gli investimenti (Bei). Complessivamente si tratta di un fondo di poco più di 90 milioni di euro, sessanta dei quali garantiti dall’Europa. Queste risorse serviranno per ricostruire una tratta ferroviaria che si sviluppa per poco meno di quaranta di chilometri e che parte da Durazzo (Durrës), il più importante porto albanese sull’Adriatico e uno dei principali centri economici del Paese.
L’obiettivo è proprio quello d’inserire lo scalo portuale nei corridoi di transito europei. La tratta raggiunge Rrogozhinë, prima tappa di un piano di sviluppo ferroviario sia verso il sud dell’Albania sia verso la Macedonia del Nord. Questo segmento rientra nel Corridoio paneuropeo VIII, una delle dieci grandi direttrici progettate per favorire il trasporto tra l’Europa occidentale e quella orientale, collegando i porti di Bari e di Brindisi con l’Albania, la Macedonia del Nord e la Bulgaria.
La ricostruzione della Durazzo-Rrogozhinë comporterà un investimento complessivo di 120 milioni di euro, buona parte dei quali, come si diceva, già disponibili. Per l’Albania questo rappresenta solo l’avvio di un programma di investimenti nelle infrastrutture che impegneranno le ferrovie entro il 2030, con risvolti economici e politici, in quanto saranno un biglietto da visita per la possibile adesione del Paese all’Unione Europea.
La Bei ha già manifestato la disponibilità a finanziare i lavori di costruzione di un’ulteriore tratta del Corridoio paneuropeo VIII, insieme a un prestito per rilanciare un altro dei grandi progetti infrastrutturali albanesi, la ferrovia lunga 120 chilometri tra Vorë, nodo ferroviario a metà strada tra Durazzo e la capitale Tirana e Hani i Hotit, che segna a nord il confine tra l’Albania e il Montenegro.
Le premesse per inserire le ferrovie di Tirana nel quadro europeo erano già state poste nell’ottobre 2021 con la firma di un memorandum d’intesa tra Bulgaria, Albania e Macedonia del Nord per completare i collegamenti mancanti e potenziare la rete tra i tre Paesi entro il 2030 con lo scopo anche di ricercare e raccogliere i finanziamenti necessari. In particolare in Bulgaria è coinvolta la linea tra Sofia e il confine con la Macedonia del Nord a Gyueshevo. Vasto anche il programma di interventi previsti in Macedonia con ammodernamenti ed elettrificazioni di linee per circa 160 chilometri, mentre l’Albania punta a riqualificare gli itinerari incentrati su Durazzo come la tratta verso la Grecia a Pogradec oltre a realizzare il collegamento mancante con la Macedonia.
Piermario Curti Sacchi