Il 22 maggio 2025 durante un'intervista televisiva su Bfmtv, il presidente della compagnia ferroviaria statale francese Sncf, Jean-Pierre Farandou, ha avanzato la proposta di finanziare il potenziamento della rete ferroviaria – che richiede almeno un miliardo di euro all’anno - attraverso un’imposta da applicare ai veicoli industriali in transito sulle strade francesi. La proposta, ispirata al modello tedesco che genera otto miliardi di euro all'anno attraverso il pedaggio ai camion (anche tedeschi), ha suscitato l'opposizione delle associazioni del trasporto stradale francese, che denunciano l'inapplicabilità giuridica della misura e temono ricadute negative su un settore già in crisi.
Questa proposta rientra nel vecchio filone dell’ecotaxe, che ebbe vita brevissima e venne abbandonata nel 2014 dopo le proteste dei "gilet gialli", anche se recentemente l’idea è stata rilanciata a livello regionale. Jean-Pierre Farandou ha giustificato la sua idea mettendo in evidenza la posizione geografica della Francia, che si pone come Paese di transito tra il nord e il sud dell'Europa. Durante l'intervista su Bfmtv, ha sottolineato come la Francia sia "enormemente attraversata da camion" che spesso "fanno il pieno in Lussemburgo" con i loro serbatoi da mille litri e "attraversano il Paese senza nemmeno fare rifornimento".
Questa situazione, secondo il presidente della Sncf, comporta per la Francia "solo gli inconvenienti" derivanti dal traffico pesante - inquinamento atmosferico e deterioramento stradale - "senza alcun guadagno" in termini di entrate fiscali dai carburanti (ricordiamo però che le autostrade francesi sono a pagamento). Farandou ha anche sottolineato che molti camion stranieri "passano dal lato francese per costeggiare la Germania e scendere la Francia" per evitare il pedaggio tedesco. Questo fenomeno di deviazione del traffico può però essere ritorto contro la sua proposta, perché mostra come le politiche fiscali nazionali possano influenzare significativamente flussi di trasporto a livello continentale, con possibili effetti distorsivi sulla concorrenza.
La proposta si basa sul principio del "chi inquina paga" e sulla necessità di trovare risorse aggiuntive per il sistema ferroviario. Farandou ha precisato che "non sarebbe anormale che ci sia una forma di contribuzione all'uso del patrimonio francese che sono le nostre strade e autostrade" e una "contribuzione anche al fatto che, dal momento che si inquina, non è anormale che si possa forse venire a finanziare il mondo non inquinante che è il ferroviario".
In un comunicato congiunto del 23 maggio, la Fédération Nationale des Transports Routiers (Fntr), l'Organisation des Transporteurs Routiers Européens (Otre) e l'Union Transport et Logistique de France (Union Tlf) hanno espresso la loro ferma opposizione. Le associazioni dell’autotrasporto hanno definito questa una "linea rossa" per un settore "già esangue" e hanno dichiarato categoricamente: "Non la vogliamo". Il principale argomento contro la proposta riguarda l'applicabilità giuridica della misura. Secondo le sigle del trasporto, "la proposta di mirare unicamente ai camion stranieri è giuridicamente inapplicabile. Il diritto europeo impone un'uguaglianza di trattamento tra i trasportatori: in pratica, sono le aziende francesi che pagheranno".
La situazione economica del settore del trasporto stradale francese è già critica. Le associazioni sottolineano che "il trasporto stradale francese ha i margini più bassi d'Europa, attraversa una crisi senza precedenti e sopporta più di quattro miliardi di euro di fiscalità specifica all'anno". Dal 2014, quando l'ecotaxe fu sospesa, il settore ha già assorbito un aumento della fiscalità di quattro centesimi per litro di gasolio, equivalente a 600 milioni di euro annui. In nessun caso, sostengono i rappresentanti del settore, i trasportatori possono sopportare un carico supplementare.
Di fronte alla controversia generata dalla proposta di tassazione sui camion, emergono proposte alternative per reperire le risorse necessarie al finanziamento del sistema ferroviario. Farandou e le associazioni dell’autotrasporto convergono su un'alternativa: utilizzare le entrate derivanti dalle concessioni autostradali. La Francia ha 9.200 chilometri di rete autostradale in concessione a pagamento. I veicoli industriali, pur rappresentando solo il 15-20% del traffico, generano il 33% delle entrate delle concessionarie autostradali. Le concessioni in scadenza tra il 2031 e il 2036 generano circa 13 miliardi di euro di fatturato annuo, rappresentando una potenziale fonte di finanziamento per le infrastrutture di trasporto.
Intanto, come abbiamo accennato, l’ecotaxe applicata a tutti i veicoli industriali, indipendentemente dalla nazionalità, sta riemergendo. Un esempio concreto è rappresentato dall'Alsazia, dove la Collectivité Européenne d'Alsace ha votato nell'ottobre 2024 l'istituzione di una tassa denominata R-Pass. Questa misura, che entrerà in vigore nel 2027, prevede una tariffa di 0,15 euro per chilometro per i camion di oltre 3,5 tonnellate che circolano sull'asse nord-sud (A35 e A36) e su due altre strade che collegano questo asse alla Germania. L'obiettivo è generare circa 100 milioni di euro all'anno per la manutenzione stradale, considerando che oltre il 50% della rete necessita di lavori di importanza eccezionale.
Il trasporto ferroviario di merci in Francia rappresenta oggi solo il 10% del mercato, una quota inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Germania e Svizzera. L'obiettivo di Farandou di raddoppiare questa quota al 20% richiederebbe investimenti massicci, stimati in 100 miliardi di euro. Questo ambizioso progetto di sviluppo del trasporto ferroviario si scontra però con la carenza di fondi pubblici.