Il ministero dei Trasporti ha emanato il Decreto interministeriale (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 257 del 2 novembre 2024) che introduce importanti disposizioni sulle modalità di raccolta delle infrazioni nell’autotrasporto. Il provvedimento s’inserisce nel quadro delle direttive europee che intendono garantire una maggiore trasparenza e sicurezza sulle strade italiane. Vediamo nel dettaglio cosa prevede il Decreto e quali saranno gli impatti concreti per le imprese di trasporto e per gli organi di controllo.
Il Decreto disciplina le modalità di raccolta e registrazione delle infrazioni rilevate dagli organi di Polizia Stradale e dall'Ispettorato nazionale del lavoro. L'obiettivo è di uniformare e rendere più efficiente la gestione delle infrazioni, sia quelle commesse su strada che quelle rilevate presso le sedi delle imprese di autotrasporto. Il provvedimento fa riferimento a diverse normative europee, tra cui la Direttiva UE 2020/1057 e il Regolamento UE 2016/403, che stabiliscono norme specifiche per il settore del trasporto su strada. Uno degli aspetti centrali del Decreto riguarda le modalità di scambio delle informazioni relative alle infrazioni rilevate. Queste informazioni sono raccolte dal ministero dei Trasporti per essere registrate nella sezione "Sanzioni" del Registro Elettronico Nazionale.
Per quanto riguarda le informazioni emerse dai controlli su strada, interessano quelle raccolte dagli organi di Polizia sui veicoli di trasporto merci con una massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate e sui veicoli di trasporto persone con più di nove posti. Dal 1° luglio 2026, i controlli saranno estesi anche ai veicoli di trasporto internazionale o di cabotaggio con massa superiore a 2,5 tonnellate.
Durante i controlli su strada sono raccolti dati come la tipologia del servizio di trasporto (merci conto terzi o persone), i dati dell'impresa (denominazione, sede, numero di iscrizione al Ren, ecc.) e i dati del veicolo (numero e Stato d’immatricolazione, titolo di disponibilità del veicolo). L'esito del controllo deve essere registrato anche se non sono state accertate infrazioni, in un'ottica di trasparenza e controllo costante.
Per quanto riguarda i controlli presso le sedi delle imprese, l'Ispettorato Nazionale del Lavoro svolge verifiche presso quelle delle imprese di autotrasporto stabilite in Italia. In questi casi sono raccolti dati sull'attività di trasporto dell'impresa, sui veicoli controllati e sull'esito delle verifiche, comprese le eventuali sanzioni.
Tutte queste informazioni sono usate per valutare la conformità normativa delle imprese e controllare la recidiva delle infrazioni, elementi fondamentali per determinare la perdita dell'onorabilità del trasportatore, che può comportare la revoca della licenza. Il Decreto illustra la classificazione delle infrazioni, divise in quattro categorie: infrazioni minori (IM); infrazioni gravi (IG); infrazioni molto gravi (IMG); infrazioni più gravi (IPG). Questa classificazione permette una gestione proporzionata delle sanzioni, assicurando che le imprese che commettono infrazioni ripetute o gravi siano controllate più da vicino e, se necessario, penalizzate con la perdita dell'onorabilità.
Per quanto riguarda la digitalizzazione e l’interoperabilità, il Decreto prevede l'utilizzo di sistemi di interscambio automatico delle informazioni, secondo un modello di interoperabilità sviluppato dall'Agenzia per l'Italia Digitale. Questo sistema permetterà di migliorare l'efficienza nella raccolta e gestione dei dati, garantendo uno scambio rapido e sicuro delle informazioni tra le diverse Autorità coinvolte. In attesa che questi sistemi siano pienamente operativi, il conferimento dei dati avverrà tramite un applicativo del ministero dei Trasporti. Con un Decreto attuativo, saranno definite le specifiche tecniche e le modalità di accesso a questo applicativo, oltre alle procedure per il trattamento dei dati in conformità alle normative sulla protezione dei dati personali.