La mattina del 30 aprile 2025 si è svolta una nuova manifestazione davanti alla sede di Esselunga di Pioltello, cui ha partecipato una cinquantina di lavoratori provenienti da Milano, Monza e Bergamo. È l’atto più recente di una protesta giunta all’undicesimo giorno consecutivo e che diventa sempre più aspra, con scioperi che hanno fermato le consegne a domicilio della società della Gdo. Quest’ultima ha avviato il 25 aprile la cassa integrazione per oltre duecento dipendenti della piattaforma logistica di Dione Cassio, in provincia di Milano.
In una nota, la società ha motivato la decisione per lo sciopero indetto dalla Filt Cgil nei confronti delle aziende che forniscono i servizi di consegna per le spese online (Brivio e Viganò, Deliverit e Cap Delivery), “che sta affrontando gravi disagi operativi”. Il confronto più recente tra le parti è avvenuto il 23 aprile alla Prefettura di Milano, che però non ha portato risultati.
La Filt ha dichiarato che “le aziende hanno mantenuto una posizione di chiusura assoluta, senza offrire alcuna disponibilità”. Anche Brivio & Viganò Logistics ha diffuso una nota sull’incontro, affermando che i sindacati hanno respinto le proposte degli autotrasportatori, che consistono nell’apertura di un tavolo permanente locale sul tema della sicurezza sul lavoro e nell’introduzione di un’indennità transitoria a favore dei lavoratori.
La nota dell’azienda milanese si conclude sostenendo che “Brivio & Viganò prende atto con determinazione della rottura del tavolo, pur avendo proposto soluzioni concrete, articolate e sostenibili, nell’ottica di valorizzare il lavoro svolto dei collaboratori e garantire la continuità di un servizio essenziale per la collettività. Le proposte presentate rappresentavano un equilibrio ragionato tra le legittime aspettative dei lavoratori e la necessità di assicurare la tenuta operativa dell’intera filiera”.
In sintesi, il sindacato denuncia orari di lavoro spesso fuori dalla normativa contrattuale, uso di furgoni in condizioni precarie e non a norma, carichi di lavoro eccessivi, con turni che prevedono anche due uscite giornaliere su mezzi sovraccarichi e mancato riconoscimento e compenso per il lavoro di facchinaggio svolto durante le consegne ai piani. Per ora, quindi, la protesta prosegue a tempo indeterminato.