Alla vigilia del giorno in cui l’Italia celebra la Festa del Lavoro, la Federazione Autotrasportatori Italiani (Fai-Conftrasporto) accende i riflettori su una questione troppo spesso trascurata: le morti sul lavoro nel settore dell’autotrasporto. Il presidente dell’associazione, Paolo Uggè, ha colto l’occasione del Primo Maggio del 2025 per rivolgere un appello diretto al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e all’intero sistema politico, chiedendo il pieno riconoscimento di queste tragedie come morti sul lavoro e, soprattutto, l’impegno concreto per fermarle.
L’intervento di Uggè arriva a pochi giorni da un incidente mortale avvenuto alle cave di marmo di Carrara, in cui un camionista ha perso la vita precipitando con il proprio veicolo. Un uomo che lavorava in un contesto ad alta complessità e rischio. Un evento drammatico, che per la Fai rappresenta l’emblema di una realtà ignorata: “Lo vogliamo ricordare insieme a tutti coloro che sono morti sul lavoro nello svolgere l’attività di autotrasportatori”, ha dichiarato Uggè.
Il presidente della Fai aggiunge che il silenzio dei media e delle istituzioni su queste morti è inaccettabile: “Guardando i giornali ci aspettavamo che l'incidente drammatico di Carrara venisse affrontato e trattato, ma abbiamo visto che al di là di qualche trafiletto nulla è avvenuto”, ha affermato, sottolineando come ancora oggi gli autisti siano percepiti solo come figure marginali della filiera produttiva, nonostante la loro funzione cruciale.
Secondo Uggè, uno dei problemi principali risiede nella classificazione impropria di questi eventi. Troppo spesso, le morti che avvengono durante l’attività lavorativa su strada vengono liquidate come semplici incidenti stradali. Una definizione che, di fatto, nega la natura professionale dell’evento e impedisce un’adeguata tutela per le vittime e le loro famiglie. “Non sono rispettate le normative che garantiscono sicurezza sociale e della circolazione”», ha ribadito Uggè, richiamando l’attenzione del Quirinale e di Palazzo Chigi su un nodo che resta irrisolto, malgrado le ripetute segnalazioni del settore.
“Tutti i morti sono uguali ma i morti sul lavoro avvengono perché non sono rispettate le regole della sicurezza”, prosegue Uggè. Il messaggio si chiude con una sollecitazione diretta al Governo e al ministero dei Trasporti: «I provvedimenti che il ministero sta predisponendo riguardano proprio il rispetto delle norme che garantiscono sicurezza sociale e della circolazione. Buon Primo Maggio al Governo, che deve emanare quelle normative che determinano più sicurezza sulle strade e per chi presta la propria opera nel mondo dell'autotrasporto”.