Martin Kucera ha raccontato la sua terribile esperienza di sopravvissuto al crollo del ponte Morandi ai giornali del suo Paese, la Repubblica Ceca. Dalla sua ricostruzione emerge che si è trovato sul viadotto al momento del crollo per una serie di fatalità. Innanzitutto, egli ha spiegato che nonostante guidi i camion da oltre vent'anni anni e che abbia viaggiato diverse volte in Italia e perfino in Liguria, il 14 agosto scorso era la prima volta che attraversava il viadotto Polcevera dell'autostrada A10. Questa volta aveva deciso di cambiare percorso e attraversare questo ponte anche se avrebbe potuto compiere un itinerario alternativo. Poco prima d'imboccare il viadotto, aveva dovuto compiere la pausa di 45 minuti dopo quattro ore e mezzo di guida, ma non era ripartito al quarantaseiesimo minuto, fermandosi in tutto circa un'ora. Un prolungamento che gli è costato caro.
Dell'incidente non ricorda molto, solo che letteralmente ha sentito la strada cedere sotto le ruote e l'urto quando il camion ha toccato terra dopo un volo di 45 metri. Martin non ha però perso conoscenza e ha potuto muovere gambe e braccia, accorgendosi di una perdita di sangue che cercò di fermare con un asciugamano fino all'arrivo dei soccorsi (Il trattore bianco ribaltato che vedete nella foto è il suo). La diagnosi finale sembra miracolosa: quattro costole rotte con perforazione dei polmoni, qualche livido e una frattura al setto nasale, quella che gli ha fatto colare il sangue. Così che pochi giorni dopo è rientrato in patria con un'ambulanza pagata dal consolato della Repubblica Ceca.
Ma Martin non parla di "miracoli", affermando di essere stato fortunato. L'autista di 46 anni lavora da sei anni per l'azienda di autotrasporto Sped-IT, che ha sede a Praga, e ha dichiarato che quando guarirà tornerà nella cabina di un camion, affermando che questo incidente è un fattore esterno al suo lavoro.
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