L’attacco d’Israele a diversi impianti iraniani, avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 giugno 2025, sta causando gravi problemi al trasporto aereo internazionale, perché diversi Paesi del Medio Oriente hanno chiuso per sicurezza il loro spazio aereo, sia per i voli che hanno i loro aeroporti come partenza o destinazione sia per quelli in transito. E la risposta dell’Iran, che prefigura una guerra di lungo periodo, può protrarre la crisi causando una ristrutturazione della filiera logistica. Inoltre, aumenta la tensione nel Mar Rosso, proprio in un momento in cui stava riprendendo il traffico delle navi.
I primi Paesi mediorientali a chiudere lo spazio aereo sono stati – oltre gli stessi Israele e Iran - Iraq, Libano, Siria e Giordania. Lo mostrano chiaramente le rilevazioni del sito di tracciamento del traffico aereo Flightradar, che la mattina del 13 giugno mostra il flusso aereo dall’Europa all’Asia che evita tutta quest’area, deviando a sud in Arabia Saudita ed Egitto e a nord in Turchia, Georgia e Kazakistan. Ciò comporta un notevole aumento dei costi.
Bloomberg sottolinea che tra le compagnia aeree più colpite c'è Air India, già provata dal grave incidente del 12 giugno, che ha causato la morte di 241 persone. Infatti, i voli tra l’India e l’Europa occidentale, che spesso sorvolano Iran e Iraq, subiscono deviazioni tali da allungare di oltre il 15% la distanza tra Nuova Delhi e Parigi. Secondo Bloomberg Intelligence, questi collegamenti rappresentano circa un terzo della capacità complessiva di Air India.
Anche i vettori del Golfo, come Emirates e Flydubai, hanno cancellato diversi voli o li hanno dirottati, in particolare quelli diretti verso l’Europa, la Russia e le Americhe. L’impossibilità di sorvolare Iran e Iraq priva queste compagnie delle rotte più brevi, obbligandole a passaggi più lunghi e costosi. El Al, compagnia di bandiera israeliana, ha sospeso tutte le partenze da Tel Aviv e deviato i voli in arrivo.
La risposta dei mercati non si è fatta attendere. Le azioni delle compagnie aeree hanno registrato cali significativi: nella mattina del 13 giugno, Turkish Airlines ha perso il 4,5% a Istanbul, mentre Air France-KLM ha chiuso con un ribasso del 3,4% a Parigi. Il timore di un conflitto allargato nel Medio Oriente, con ripercussioni a catena sul traffico globale, ha spinto gli investitori a vendere.
La guerra in Ucraina, le tensioni tra Pakistan e India e ora il blocco degli spazi aerei mediorientali: il settore del trasporto aereo sta affrontando una fase molto difficile. La necessità di evitare ampie porzioni di spazio aereo sta ridisegnando la geografia del volo commerciale, con costi crescenti, orari meno affidabili e un impatto negativo sulla competitività di molte compagnie. Se la tensione tra Iran e Israele dovesse ulteriormente aumentare, non si possono escludere nuove chiusure, divieti di sorvolo e limitazioni operative che potrebbero influenzare pesantemente i flussi globali di persone e beni.