Nella ventiquattresima settimana del 2025 (dal 9 al 15 giugno) le rilevazioni di WorldAcd Market Data mostrano che il trasporto aereo delle merci sta vivendo una fase di forte turbolenza in Medio Oriente e Asia meridionale, con volumi in netto calo a causa della concomitanza delle festività di Eid Al-Adha e del riacutizzarsi delle tensioni tra Israele e Iran (scaturite nel conflitto aperto il 13 giugno).
Le tonnellate di merce trasportata in uscita dall’area Mesa (Middle East & South Asia) sono diminuite di un ulteriore 9% rispetto alla settimana precedente, già colpita da un calo dell’8% per effetto delle celebrazioni dell’Eid. Il traffico intra-regionale Mesa è sceso del 26%, mentre le rotte verso l’Africa hanno subito una contrazione del 17%. Particolarmente colpita l’Asia meridionale, con un calo complessivo del 13% rispetto alla settimana precedente. Il Bangladesh ha registrato un crollo del 43%, seguito dal Pakistan con un -30%. A rendere ancora più pesante il bilancio è stato il calo dei flussi dai Paesi del Levante (-21%), in seguito alla sospensione di numerosi voli dopo l’inizio dei bombardamenti israeliani su obiettivi in Iran, dal 13 giugno. Secondo l’analisi di WorldAcd, la flessione dei volumi dal Levante rappresenta il 12% del calo complessivo settimanale dell’area Mesa, mentre il restante deficit è da attribuire principalmente al Sud Asia.
In un contesto regionale generalmente negativo, spicca la netta ripresa dei flussi cargo dagli Emirati Arabi Uniti, che hanno registrato un incremento settimanale del 15%, compensando il calo degli altri Paesi del Golfo. Complessivamente, i volumi dal Golfo sono così tornati in crescita (+8%). I principali mercati di destinazione del traffico emiratino sono stati l’Africa (+36%), con un picco verso l’Africa occidentale (+76%) – in particolare Nigeria, Chad e Senegal – e l’Africa orientale (+25%), soprattutto verso il Kenya (+83%). Anche i flussi intra-Mesa, in particolare quelli verso l’Arabia Saudita, sono raddoppiati (+107%) dopo il calo legato all’Eid. Nonostante il recupero parziale, il bilancio bimestrale (confronto tra le settimane 23 e 24 con le due precedenti) mostra ancora una flessione del 13% per l’area Mesa: -14% verso l’Asia-Pacifico e -11% verso l’Europa.
Se l’area Mesa appare in difficoltà, l’Asia-Pacifico si distingue come l’unica regione globale con un aumento dei volumi nella ventiquattresima settimana: +2% rispetto alla precedente. Tuttavia, il dato combinato delle ultime due settimane resta negativo (-4%). La metà dell’aumento settimanale proviene dalla Cina continentale, con un +3% trainato soprattutto da Shanghai (+5%), sostenuta anche da un aumento parallelo della capacità di stiva. Positivi anche i dati da Corea del Sud (+15%) dopo la festività nazionale del 6 giugno. Il traffico verso gli Stati Uniti ha rappresentato il principale sbocco per l’export asiatico nella ventiquattresima settimana: +6% dalla Cina, dopo un calo del 10% la settimana precedente. Il mercato rimane molto instabile, condizionato dalle nuove politiche doganali statunitensi.
Sul fronte delle tariffe, la media globale è rimasta pressoché invariata a 2,41 dollari al chilo, con leggere variazioni settimanali. Tuttavia, le pressioni maggiori si registrano proprio in Mesa (-4% WoW) e in Asia-Pacifico (-5% su base annua), dove i livelli tariffari sono ben sotto quelli del 2024. Le tariffe spot hanno seguito un andamento analogo, con una media globale di 2,59 dollari al chilo, in calo del 2% rispetto all’anno precedente. Particolarmente rilevanti i crolli dei prezzi spot da Mesa (-22% su base annuale) e da Hong Kong (-6% nella settimana 24, dopo il -12% della settimana 23), in seguito all’inasprimento delle regole statunitensi sulle spedizioni di basso valore dalla Cina e da Hong Kong, in vigore dal 2 maggio. In controtendenza i prezzi spot da Nord America (+5% su base annuale), Africa (+4%) e America Latina (+2%).